La definizione per il termine “Programmatore”
su Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Programmatore
riporta testualmente:
“Il programmatore (o coder) è il
professionista che scrive dei programmi software in un determinato
linguaggio di programmazione“.
Non so voi ma io leggendo questa definizione mi sento più un chip elettronico che una persona in carne ed ossa.
La mia definizione di programmatore è molto diversa da quella ufficiale, ossia:
“Il programmatore è chi, pensando di far soldi come professionista dei computer, si ritrova a fare la fame per il profitto di qualcun altro“.
Molta gente del settore, si sente offesa se chiamata semplicemente “programmatore“, appellandosi al fatto che esistono varie qualifiche.
La lista delle qualifiche è la seguente:
1 – Programmatore junior:
Il povero
disgraziato che inizia quest’ infame carriera ignaro del proprio
destino.
2 – Programmatore senior:
Il povero diavolo
che ormai si è resoconto della fesseria che ha fatto ma non può
tornare indietro.
3 – Analista Programmatore:
Il povero
diavolo al punto 2 che dopo aver chiesto un aumento all’azienda,
invece dei soldi, gli rifila la qualifica.
4 – Analista:
Il povero diavolo al punto 3
che dopo aver chiesto nuovamente all’azienda un aumento gli avanza
la qualifica congratulandosi con lui, con sorrisi a 44 denti, per il
salto di carriera e per le tante possibilità che il nuovo titolo gli
offrirà per il suo futuro.
Il povero deluso, si renderà conto
solo il giorno dopo, che continua a fare il programmatore con lo
stesso stipendio di prima.
Nell’immaginario comune, si pensa al programmatore come una persona introversa, occhialuta che programma tutto nella sua vita dal software che scrive fino alla cadenza oraria per andare a fare la pipì!
Tutto questo è assolutamente errato!. La vita del programmatore è una vera avventura, volendo usare un termine informatico è una vita assolutamente “RANDOM” (casuale).
Il programmatore di per se (indipendentemente dalla qualifica) non è una vera e propria categoria unica ma bensì una macro categoria che si scinde in vari filoni.
I filoni principali sono:
1 – Programmatore impiegato in enti statali.
2
– Programmatore impiegato in enti para-statali.
3 – Programmatore per aziende software nel settore privato.
4 – Programmatore “consulente” impiegato presso un’azienda di consulenze settore privato.
5 – Programmatore “consulente” freelance settore privato a partita Iva.
Sicuramente queste 5 categorie non coprono tutti i possibili casi ma credo a mio avviso che siano almeno le più rappresentative.
1 – Programmatore comune, impiegato in enti
statali.
Questa è la fortuna massima che può
capitare ad un programmatore!!
Senza offesa per chi veramente
lavora nel settore specificato, ma la maggioranza di questi figuri
vive una pacchia totale.
Spesso non capiscono nulla d’informatica
ma si trovano li ,e non si sa per quale Santo, a fare il
programmatore esperto dispensando caXXXte a propulsione e
programmando a maggio le ferie per giugno del prossimo anno.
Non
dico più nulla sulla categoria, per non attirare su di me le loro
bestemmie che sicuramente sapranno lanciare in modo accurato.
Questa
è una categoria che vive sul lavoro dei Programmatori “consulenti”
impiegato del filone al punto 4 assoldati nelle varie commesse
iperpagate dagli enti pubblici che pur avendo le loro squadre di
programmatori (i figuri di cui parliamo) non riescono a portare
avanti il lavoro.
2 – Programmatore impiegato in enti para-statali.
Questo è quasi uguale al programmatore del filone 1.
Gode
degli stessi privilegi e la sua vita è quasi una pacchia.
Vive da
parassita sul lavoro dei Programmatore “consulente” impiegato del
filone 4 dissipati nelle varie commesse e commessucole aperte da
responsabili e responsabilucci che fanno tutti capo agli uffici
acquisti.
Anche questi non capiscono (ovviamente anche in questa
categoria c’è che si salva) una maXXa.Si atteggiano tutti a
responsabili e analisti anche se non lo sono (ma sono dei bravi
lecchini con i loro capi) e delegano completamente il lavoro ai
Programmatori “consulenti” impiegati del filone 4 prendendosene
dopo tutti i meriti se il risultato è buono o scaricando tutte le
responsabilità se il risultato è andato male. A fin dei conti un
consulente bruciato si può sempre sostituire.
3 – Programmatore per aziende software nel settore privato.
Questo è un povero diavolo che lavora dalle 10 alle 12 ore al
giorno davanti al monitor.
Lavora spesso in piccole aziende che
giustificano questi orari massacranti con il discorso che l’azienda
deve crescere e quindi se le cose andranno bene andranno bene anche
per lo stesso programmatore.
Questi poveri schiavetti vivono di
contratti atipici a termine retribuiti con pochi euro e vivendo con
la speranza ,alimentata da false promesse, per un’assunzione a
tempo indeterminato.
Questa è propria una categoria esperta
,tecnicamente parlando, e ricca di idee anche perchè varia in una
fascia di età molto giovane.
4 – Programmatore “consulente” impiegato presso un’azienda di consulenze settore privato.
Questo è un’altra categoria di poveri diavoli che lavora tante
ore per pochi euro. Ed è questa la categoria di cui faccio parte
io.
Questa però è una categoria infame, abituata alla
sopravvivenza giornaliera nella jungla.
Riprendendo un vecchio
detto e modificandolo ad hoc direi :”Meglio un morto in casa che un
consulente all’ingresso”.
I consulenti come me, che lavorano
presso il cliente, si ritrovano tra l’incudine e il martello.Da una
parte c’è l’azienda “che se ne frega di noi”, dimenticandosi
della nostra esistenza, finoa che portiamo soldi.
Nel momento in
cui, la commessa finisce o magari cambiano gli scenari non certamente
perchè il consulente non abbia ottemperato ai suoi obblighi con il
massimo dello zelo, anzi il più delle volte sono gli stessi che
informano anche d’eventuali mancanze di risorse sui progetti,
aprendo la strada ad azioni commerciali, ma perchè la situazione
politico-commerciale è per qualche modo mutata, allora diventiamo un
problema, un costo insostenibile, non tenendo conto che, fino al
giorno prima, portavano soldi freschi.
Da quel momento allora
ognuno inizia a pregare il proprio Santo Patrono poiché il proprio
postodi lavoro va messo in discussione.
Questa categoria è
costretta a vivere da sciacallo depredando se possibile le commesse
altrui per garantirsi ancora continuità lavorativa.
Anche in
questo settore la maggioranza delle persone sono impiegate con
contratti a termine sottopagati.
5 – Programmatore “consulente” freelance settore privato a partita Iva.
In questa categoria convogliano due diversi filoni. Il primo sono
quelli del filone 4 che stanchi dei contratti a progetto si aprono la
partita Iva sperando di guadagnare qualche euro in più.Il secondo
filone include coloro che hanno scelto liberamente questa strada
fiduciosi delle proprie capacità e spesso questo è vero.
Sono in
ogni modo degli sciacalli peggio di quelli del filone 4 (la mia
categoria) dato che è merce in continua vendita.
Sono quelli che
iniziano a lavorare su un progetto e poi all’improvviso scompaiono
perchè hanno avuto un altro ingaggio più vantaggioso.
Ovviamente
il lavoro non portato a termine se lo beccano poi quelli del filone 4
più incaXXati che mai.
Sono estremamente metodici gelosi del loro
lavoro e delle loro conoscenze.Non ti aiutano neanche se ti vedono a
terra a chiedere aiuto.
Fatta questa carrellata di informazioni spero che chi debba intraprendere questo tipo di attività ci pensi molto bene.
Spesso per motivi di studio (alla mia veneranda età sono ancora
studente universitario) mi ritrovo a parlare con gli studenti di
Informatica all’università e noto, nei loro occhi, quella
convinzione di aver fatto la scelta giusta. Molte volte, avrei voluto
raccontargli la cruda realtà che li attende ma non ho trovato il
coraggio di spegnere il loro entusiasmo.
Si dice sempre : “Finchè
c’è vita c’è speranza” e nel nostro caso una vita da
Programmatore.
Buon lavoro a tutti i programmatori!!
Commenti
Nome: antonio
Data Inserimento: 12/2/2019Commento:
Ma lei è lo iannuzzi?
Nome: Brenga
Data Inserimento: 7/4/2023Commento:
Iannuzzi che cambina :)